24 Aprile 2024
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Azione risarcitoria possibile per Persone e Imprese contro il cartello delle case costruttrici di camion: la Commissione Europea commina ammende pari a € 2,93 miliardi.

264_camion3Con un comunicato stampa del 19 luglio 2016, la Commissione Europea ha pubblicato la notizia di uno storico provvedimento sanzionatorio contro le case costruttrici MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF che hanno violato la normativa comunitaria in materia di Antitrust.
Nello specifico, è stata riscontrata la sussistenza di un “cartello” per tutto lo spazio economico europeo, che ha gravemente falsato il mercato e la concorrenza.
Le case costruttrici, infatti, fin dal 1997, hanno messo in opera un accordo collusivo segreto con il quale hanno trasferito illecitamente sugli acquirenti dei camion i costi imposti dalla stringente normativa europea in materia di emissioni e, di conseguenza, hanno praticato dei prezzi di vendita dei veicoli superiori a quelli concorrenziali.
In virtù di questo accordo, pertanto, sono stati pregiudicati gli interessi economici degli acquirenti degli autocarri, i quali, negli anni, sono stati costretti a farsi carico, inconsapevolmente, di costi illegittimi (a tutto vantaggio delle case costruttrici).
La Commissione Europea ha scoperto il “cartello”, che è stato riconosciuto e ammesso, espressamente, dalle case costruttrici, ed ha promosso un procedimento a loro carico, che ha condotto alla comminatoria di una sanzione per 2,93 miliardi di euro.
Si tratta della multa più alta mai emessa nella storia dell’Antitrust europeo.
In particolare, le ammende comminate sono state così ripartite:
Costruttori autocarri sottoscriventi il cartello
Periodo di riferimento violazioni norme Antitrust
Importo delle sanzioni determinate in euro
MAN
Dal 1997 al 2011
0
VOLVO/RENAULT
Dal 1997 al 2011
670.448.000,00
DAIMLER
Dal 1997 al 2011
1.008.766.000,00
IVECO
Dal 1997 al 2011
494.606.000,00
DAF
Dal 1997 al 2011
752.679.000,00
TOTALE
2.926.499.000,00
Alla azienda MAN non è stata irrogata alcuna sanzione in quanto è stata la stessa società a denunciare l’esistenza del cartello e ad aiutare la Commissione nell’indagine.
Le attività di indagine da parte della Commissione Europea nei confronti, invece, di SCANIA è ancora in corso, atteso che la medesima, a differenza delle altre case costruttrici, non ha riconosciuto la propria colpa e si è rifiutata di collaborare e di transigere la controversia.
Ovviamente un’azione risarcitoria nei confronti della SCANIA ben potrà essere intrapresa una volta che la Commissione Europea, anche alla luce delle precedenti ammissioni da parte delle altre case costruttrici, avrà adottato nei suoi riguardi il provvedimento sanzionatorio per illecito anticoncorrenziale.
Gli accertamenti della Commissione, che hanno riguardato il mercato della produzione di autocarri medi (con peso compreso tra 6 e 16 tonnellate) e pesanti (con peso superiore a 16 tonnellate) per un periodo compreso tra il 1997 ed il 2011, hanno portato all’accertamento del cartello, il quale era fondato sui seguenti elementi:
  1. coordinamento dei prezzi dei “listini all’ingrosso”, con particolare riguardo ai prezzi di fabbrica dei camion determinati da ciascun costruttore;
  2. tempistica di introduzione delle tecnologie sul controllo delle emissioni;
  3. spostamento sui clienti dei costi delle tecnologie di riduzione delle emissioni.
Le effettive distorsioni della concorrenza, riscontrate dalla Commissione Europea soprattutto alla luce dell’avvenuto riconoscimento ed ammissione dei distinti addebiti ascritti alle case costruttrici di camion, sono state ben poste in evidenza dalla commissaria responsabile della politica della concorrenza, Margrethe Vestager, la quale ha affermato, tra l’altro, che “…E’ inaccettabile che i costruttori MAN, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e DAF, che insieme producono i nove decimi degli autocarri medi e pesanti costruiti in Europa, facessero parte di un cartello anziché essere in concorrenza tra di loro. Per 14 anni hanno stretto accordi collusivi in materia di prezzi e di trasferimento ai clienti dei costi per adeguarsi alla normativa ambientale. In questo modo inviamo un chiaro messaggio alle imprese: i cartelli sono inaccettabili.”
E’ chiaro ed evidente che l’attività anticoncorrenziale posta in essere dalle case costruttrici di camion, attuata con la partecipazione al cartello, debba essere oggetto di risarcimento del danno in favore dei soggetti che, in questa vicenda, hanno subito un notevole pregiudizio economico, soprattutto alla luce della giurisprudenza comunitaria e nazionale nonché, da ultimo, della Direttiva UE 2014/104 (la quale deve essere attuata dal nostro legislatore entro il 27/12/2016).

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