19 Marzo 2024
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Chi guiderà i TIR fra 5 anni?

Una ricerca basata sui dati del ministero dei Trasporti mostra che tra i titolari di Cqc, solo un terzo ha meno di 45 anni. Il ministero offre incentivi, ma devono cambiare anche le condizioni di lavoro.

Autista barba bianca volante


La rivista Uomini e Trasporti ha presentato al Transpotec 2019 i risultati di un’indagine basata sui dati ufficiali del ministero dei Trasporti sulle patenti e sulla carta di qualificazione dei conducenti, da cui emerge che due terzi di possessori di Cqc ha un’età superiore a 45 anni.Analizzando il dato più in dettaglio, la ricerca mostra che in Italia sono state conseguite 1,17 milioni di Cqc nel trasporto di merci o di persone. Quelle degli ultra cinquantenni sono quasi la metà (45,8%), mentre i titolari sotto i quarant’anni sono meno si un quinto (18,1%) e il 63,4% dei titolari di Cqc ha un’età compresa tra 45 e 65 anni.
Spostando la ricerca sui titolari di patenti superiori, emerge una situazione ancora più preoccupante. In Italia la hanno conseguita 1,2 milioni di persone e la grande maggioranza (60%) ha più di cinquant’anni, mentre solo l’1,9% ha un’età compresa tra 18 e 29 anni. E non è in crisi solo il lavoro in cabina, ma anche il ricambio generazionale delle imprese, che in gran parte sono ancora di dimensione famigliare: il 63,7% dei titolari di un’impresa di autotrasporto in conto terzi, secondo i dati d’Infocamere, ha un’età compresa tra 45 e 64 anni, contro il 57,7% del 2011. Se ci concentriamo sulla fascia d’età superiore, ossia tra 50 e 90 anni, tale percentuale sale al 66% e ben 500 ultra-novantenni risultano ancora imprenditori dell’autotrasporto. La tendenza verso l’invecchiamento è confermata dal fatto che nel 2011 gli autotrasportatori con più di 50 anni erano il 52%.
Le conseguenze di questa situazione appaiono già oggi, con la carenza di autisti che sta colpendo diverse aziende di autotrasporto. Secondo quanto riferito al Transpotec dal presidente dell’Unrae, Franco Fenoglio, nei prossimi anni serviranno almeno 20mila autisti di camion, ma anche 5000 meccanici nelle officine specializzate in veicoli industriali. Per spingere i giovani a intraprendere questa professione, l’Albo dell’Autotrasporto ha fornito incentivi economici per conseguire le patenti superiori e da quest’anno quest’attività è passata direttamente al ministero dei Trasporti.
Aiutare i giovani a sostenere l’elevata spesa per conseguire le patenti C ed E, con le relative carte di qualificazione, è sicuramente importante, ma probabilmente non basta, perché il costo delle autorizzazioni alla guida è solo il primo degli elementi che tengono i giovani lontani dalla cabina dei camion. Gli altri sono la scarsa attrattiva economica di questo mestiere (che fino a un paio di decenni fa era era considerato tra quelli meglio pagati), le dure condizioni di lavoro (che prevedono nei trasporto sulle lunghe distanze trasferte consecutive di una o più settimane), l’imposizione a violare i tempi di guida e di riposo, la carenza di servizi lungo le strade e la scarsa considerazione sociale per questo mestiere. Per sciogliere questi nodi ci vuole più della buona volontà o di un incentivo economico per conseguire o mantenere le patenti.

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