Nel 2016 si salvano solo le navi ro-ro
Secondo un’analisi di Clarksons Research Services, i noli delle navi sono stati lo scorso anno mediamente inferiori dell’11% rispetto al periodo 2009-2016.
L’industria internazionale dello shipping ha archiviato un anno che sarà ricordato per le acquisizioni, per il consolidamento fra alcuni primari attori di mercato, per i noli ai minimi e per l’elevato ricorso alle demolizioni navali. Solo per quel che riguarda le navi portacontainer, il 2016 ha fatto segnare un nuovo primato storico per numero di navi dismesse: 201 unità, pari a una capacità di stiva di 700mila teu. Per avere un termine di paragone, nell’intero 2015 erano state demolite navi per 187.500 teu.
Il 2016 ha fatto soffrire soprattutto gli armatori di navi portarinfuse liquide, secche e portacontainer, mentre ha dato soddisfazioni maggiori a chi opera mezzi come traghetti e altre navi ro-ro e passeggeri. Il Clark Sea Index, l’indice sintetico elaborato da Clarksons Research Services che riassume l’andamento economico di diverse tipologie navali, riporta come valore medio di nolo delle navi sul mercato a novembre una rata giornaliera di 10.574 dollari, più bassa circa dell’11% rispetto alla media del comparto dal 2009 a oggi.
Secondo lo stesso indice, il 2016 è stato un anno sottotono per le portarinfuse secche, tanto che nelle scorse settimane i noli delle Capesize (unità di grande portata) erano ancora del 14% sotto la media degli ultimi sette anni. Lo stesso vale per le navi che trasportano petrolio e per quelle che muovono altri prodotti raffinati, i cui ritorni economici nel corso dell’anno sono crollati per effetto di un crescente eccesso di stiva sul mercato. Nel dry bulk però, a differenza delle navi cisterna, il trend sembra essere rialzista perché dai minimi toccati in primavera il Baltic Dry Index a inizio dicembre era arrivato a superare i mille punti.
Vittime dell’eccesso di stiva sul mercato sono anche le navi gasiere i cui noli sono scesi (per navi Very Large Gas Carrier) dai 70mila dollari giornalieri di metà 2015 agli attuali 17.500 dollari, ma secondo alcuni osservatori dovrebbe essere stato toccato il fondo del barile. Il 2016 non ha sorriso nemmeno agli armatori proprietari di navi porta auto perché le rate di nolo giornaliere per un’unità Pure Car Truck Carrier in grado di trasportare 6.500 veicoli si attestavano a novembre sui 16mila dollari giornalieri, il 24% in meno rispetto alle media storica dal 2009 a oggi.
Discorso simile vale poi per le piccole navi general cargo e portacontainer di piccola portata che spuntano rendimenti quotidiani da circa 6000 dollari. In lieve miglioramento, invece, i rendimenti delle navi offshore con i PSV (Platform Supply Vessel) nei mari del nord che spuntano noli giornalieri da circa 6.00 dollari, in ripresa (+46%) rispetto ai minimi toccati nel 2015. Chi invece ha buoni motivi per sorridere sono gli armatori proprietari di navi ro-ro adibite al trasporto di camion e semirimorchi, che attualmente spuntano rate di nolo da circa 18.800 dollari/giorno per unità da 4000 metri lineari di stiva. Un ritorno, questo, superiore del 43% rispetto ai valori medi del periodo 2009-2016. Sempre secondo Clarkson Research Services, elevati ritorni si registrano infine anche per le moderne navi traghetto soprattutto in Nord Europa.
Nicola Capuzzo