28 Maggio 2025
News

Tempi di pagamento autotrasporto: come far valere i nuovi diritti

Il Decreto Infrastrutture (Decreto Legge 73/2025) introduce modifiche significative per l’autotrasporto, focalizzandosi sui tempi di pagamento per i vettori, evidenziando i ritardi nei saldi dovuti dai committenti. Il Governo modifica il Decreto 112/2008, stabilendo che il mancato pagamento può costituire abuso di dipendenza economica, con sanzioni fino al 10% del fatturato.

La norma, stabilita nel nuovo comma 15-bis dell’articolo 83-bis del Decreto, prevede che se il committente non paga il vettore per servizi di trasporto o attese, e ciò avviene in un contesto di dipendenza economica, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato può avviare un’istruttoria. In caso di abuso accertato, si possono applicare sanzioni amministrative fino al 10% del fatturato annuo del responsabile nei casi più gravi.

Per la prima volta, il legislatore associa il rispetto dei tempi di pagamento nel trasporto merci a una disciplina sanzionatoria pubblica. Questo cambiamento mira a prevenire comportamenti scorretti, specialmente in mercati oligopolistici, evitando che i vettori debbano agire individualmente in giudizio.

Il concetto chiave della norma è “dipendenza economica”, già presente nella Legge numero 192/1998, ma raramente utilizzato nel settore dei trasporti. Con la sua inclusione nella Legge antitrust, l’Agcm potrà intervenire non solo nei casi di esclusiva formale, ma anche quando un vettore, soprattutto se piccolo e con poche alternative, è costretto ad accettare condizioni sfavorevoli da un committente dominante. Questo fenomeno può avvenire anche nella filiera logistica, dove i subappalti e i pagamenti posticipati sono ancora comuni.

La norma non cambia i termini di pagamento della legislazione vigente, mantenendo i trenta giorni per i servizi di trasporto, prorogabili a sessanta solo con giustificati motivi. L’introduzione di sanzioni severe può comunque fungere da deterrente per i grandi operatori.

Non mancano, però, le incognite. L’attivazione della tutela Antitrust non è automatica: serve una segnalazione motivata all’Agcm con documenti che dimostrino la dipendenza economica e il comportamento scorretto. Questo implica che molte imprese dovranno avere strumenti adeguati per verificare i rapporti con i clienti, anche a livello contrattuale. Inoltre, resta da capire con quale frequenza e rigore l’Autorità interverrà in un ambito così delicato e complesso.

Per il settore dell’autotrasporto, la norma introduce una sanzione per chi abusa della forza contrattuale del vettore, rispondendo così alle richieste delle associazioni di categoria. Inoltre, il legame con la disciplina antitrust trasforma i pagamenti in una questione di corretto funzionamento del mercato, allontanandoli da semplici controversie private.

Le imprese di trasporto devono adattarsi alle nuove norme, prestando attenzione alla formalizzazione dei contratti, alle tempistiche di pagamento e alla raccolta di prove per ritardi ingiustificati. Le organizzazioni di settore possono svolgere un ruolo chiave come intermediari e promotori di segnalazioni collettive.