27 Aprile 2024
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Crisi Autotrasporto: in sei anni hanno spento i motori 20mila padroncini

tachigrafoDal 2010 al 2016 il bilancio dell’autotrasporto mostra un deficit di 17mila aziende, pagato soprattutto dalle imprese individuali, mentre crescono quelle strutturate.

I padroncini lasciano sul campo 20mila unità, solo in parte recuperate dalla crescita delle società per azioni e dalle aggregazioni, ossia cooperative e consorzi.

La principale sfida che l’autotrasporto italiano sta affrontando è la concorrenza internazionale: il 60% dei veicoli industriali che attraversano le Alpi ha targa straniera, soprattutto dei Paesi dell’Est. Basti pensare che nella sola Polonia dal 2008 al 2015, ossia in piena crisi, le immatricolazioni di veicoli industriali sono aumentate da 16.401 a 20.586, mentre nel resto dell’Europa calavano e in Italia precipitavano.

I dati dimostrano una crescita impressionante delle tonnellate per chilometri prodotte dal 2006 al 2014 dalle imprese di autotrasporto bulgare (+164%), ungheresi e slovacche (+54%) e slovene (+45%). Nello stesso periodo, il traffico prodotto dalle imprese italiane è crollato del 51%, ma non è andata meglio alla Francia e Belgio (-46%) o alla ricca Germania (-40%).
Una causa di questa situazione è l’impennata del cabotaggio stradale, subito soprattutto dalla Germania, dove tra il 2006 e il 2015 è aumentato del 186%, seguita dal Belgio (+80%) e dall’Italia (+67,2%). In questa competizione, i vettori orientali hanno un asso: il basso costo del lavoro.
Il libro da cui vengono tratte le preziose informazioni: “Un ritratto in cifre: 100 numeri per capire l’autotrasporto” è pubblicato da Federservice, ossia la società di servizi del Gruppo Federtrasporti, che riunisce decine di consorzi d’autotrasporto italiani.

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