Autotrasporto: Costo gasolio e recupero accise… in attesa del credito d’imposta.
Nel silenzio assordante delle associazioni di categoria dell’autotrasporto, impegnate (non tutte per la verità) prevalentemente all’organizzazione di mega party e cene gran buffet, e nel disorientamento generale delle aziende di autotrasporto arringate a livello territoriale da Masanielli di turno (pochi in verità ed in via di estinzione) proviamo a fare una breve analisi triste del periodo (nero) che stiamo attraversando e che attraverseremo (se riusciremo a sopravvivere) nei prossimi mesi.
Intanto, come già abbondantemente comunicato, il recupero accise gasolio per autotrazione relativo al secondo trimestre 2022 è saltato per via dei provvedimenti governativi che hanno predisposto uno sconto accise per tutti direttamente alla pompa (preambolo per l’eliminazione totale del recupero per le aziende di autotrasporto? probabile…).
Lo sconto accise alla pompa per tutti è stato prorogato fino al 2 agosto, è sarà con ogni probabilità prorogato ulteriormente visto il continuo aumento dei prezzi alla pompa. Questo comporterà l’impossibilità per le aziende di autotrasporto di poter recuperare le accise anche per il terzo trimestre 2022.
Si attende il codice tributo da parte dell’Agenzia delle Entrate per il credito d’imposta del 28% relativo alle spese sostenute nel primo trimestre 2022 per l’acquisto di gasolio utilizzato in veicoli di categoria euro 5 o superiore; calcolo al netto dell’imposta sul valore aggiunto comprovato mediante le fatture d’acquisto. Rassicurazioni sono state date dal Governo nell’ultima riunione del 16 Giugno scorso… è passato quasi un mese ed ancora nulla si vede all’orizzonte…
Sul finire della scorsa settimana, gli analisti di JP Morgan hanno pubblicato una previsione sul petrolio a dir poco agghiacciante. Al G7 di Elmau, Germania, i principali paesi industrializzati hanno inasprito le sanzioni contro la Russia, tra l’altro varando anche l’embargo sull’oro. Allo studio dei governi vi è anche un meccanismo per imporre un tetto al prezzo del greggio russo, un modo per ridurre le entrate statali di Mosca. Tuttavia, la banca d’affari americana teme che questa mossa possa rivelarsi un boomerang a tutti gli effetti. Se la Russia ribattesse tagliando la sua produzione di 3 milioni di barili al giorno, spiega, il prezzo del Brent schizzerebbe a 190 dollari al barile. Se, invece, tagliasse la produzione di 5 milioni di barili al giorno, il prezzo esploderebbe a 380 dollari e la benzina alla pompa potrebbe costare 4 euro al litro.
Gli analisti di JP Morgan ricordano, infatti, che la Russia ha una solidità fiscale di fondo che le consentirebbe allo stato attuale di ridurre la produzione fino a 5 milioni di barili al giorno senza accusare grosse conseguenze per la propria economia. Di fatto, potrebbe privarsi delle sue esportazioni per un certo periodo, il tempo di piegare l’Occidente e indebolirlo al punto tale da indurlo ad alzare bandiera bianca sull’Ucraina. Senza dimenticare la chiusura dei rubinetti del Gas che è già iniziata..
La situazione è delicatissima. Il motto del G7 quest’anno è stato “Putin non deve vincere”. Se vincesse, non solo rafforzerebbe il proprio appeal geopolitico, ma si sentirebbe autorizzato prima o poi ad attaccare qualche altro stato europeo, Moldavia in primis. D’altra parte, il Cremlino ritiene che in Ucraina non possa perdere; sarebbe la fine politica non solo di Vladimir Putin, ma anche della Russia intesa come potenza regionale.
Un petrolio a 2-300 dollari, senza neppure arrivare ai livelli previsti da JP Morgan nello scenario peggiore, stenderebbe a tappeto le nostre economie. Già l’inflazione divora stipendi e risparmi. Nell’Eurozona è schizzata all’8,6% a giugno, trainata dal +41,9% annuale dei prezzi energetici.
Sul fronte Energia Elettrica e Gas forse è meglio non destare allarmismo ma la situazione è molto critica già da adesso ed il picco inizieremo a toccarlo dal prossimo Ottobre 2022. Lo tsunami che ci spazzerà via si sta formando davanti a noi e non saranno i fermi dell’autotrasporto o le possibili manifestazioni che qualcuno vorrebbe organizzare a risolvere il problema.
Vorrei essere smentito, ma i dati al momento dicono questo.