Riorganizzazione dei porti, la nuova rotta varata dal Governo è quella giusta per farli ripartire
“Dopo un’attesa durata diverse legislature finalmente, grazie all’impegno del Ministro Delrio, la riforma dei porti è diventata realtà e gli operatori potranno avere un quadro normativo di riferimento rinnovato e più efficace per le proprie attività. E siamo certi che non si faranno sfuggire le nuove opportunità”. Con queste parole Paolo Uggè, vice presidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto ha commentato la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del Decreto legislativo sul riordino dei porti. “È una riforma che crea basi concrete per il rilancio del sistema nazionale dei porti e della logistica, in linea con le aspettative della Confederazione e della sua articolata filiera logistico-portuale”, ha aggiunto Paolo Uggè, sottolineando in particolare “la riorganizzazione dei circa 60 porti di rilevanza nazionale in 15 Autorità di sistema, la semplificazione burocratica, attraverso gli sportelli unici, l’alleggerimento delle formalità e lo snellimento delle procedure di approvazione dei Piani regolatori portuali, il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale negli organismi di partenariato della Risorsa mare”. Nell’auspicare che la modernizzazione del sistema portuale prosegua rapidamente al fine di rendere il Paese competitivo nello scenario internazionale, il vicepresidente di Confcommercio e presidente di Conftrasporto ha infine voluto ribadire l’importanza dell’attuazione complessiva del Piano nazionale strategico della portualità e logistica con particolare attenzione ad “alcune decisioni riguardanti il cabotaggio marittimo altrettanto importanti destinate a premiare gli imprenditori che favoriscono la presenza del sistema Italia nel mondo del cabotaggio”. La riforma della portualità, dovrebbe diventare operativa entro metà agosto, mentre a settembre dovrebbero essere definito chi sarà chiamato a timonare le nuove Autorità di sistema portuale passate passando da 24 a 15, grazie a un’operazione di snellimento che ha anche cancellato i vecchi Comitati portuali per sostituirli con Comitati di gestione ristretti composti oltre che dal presidente dell’Authority dai soli rappresentanti della Regione, del Comune, della Città Metropolitana e dell’Autorità marittima. Modifiche destinate a trasformare “il porto di Genova e Savona nel porto della Svizzera, e quelli del nord Adriatico negli scali dell’Austria e del nord Europa, guidati da un board snello e da un presidente con ampia facoltà decisionale”, come ha affermato il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Graziano del Rio? La rotta tracciata sembra essere quella giusta…