Autotrasporto, se il Governo vuole andare per la sua strada rischia gravi incidenti
Il Governo si ostina a cercare di affrontare in forma autonoma le emergenze del Paese, senza rendersi conto che proseguendo su questa strada rischia un pericolosissimo inasprimento della conflittualità. L’esempio arriva proprio dalle strade, in particolare da quelle della Sicilia, dove le associazioni di categoria territoriali Assotransport, Aias, Aitras e Assiotrat hanno annunciato un fermo dei servizi di autotrasporto per protestare contro la mancata erogazione delle risorse relative all’Ecobonus 2010-2011. Uno sciopero di quattro giorni che solo l’incontro in programma martedì 25 marzo fra il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e i rappresentanti di tutte le associazioni di categoria ha per ora impedito, ma che rappresenta comunque la conferma di come l’autotrasporto sia a rischio deflagrazione se non verranno attuati interventi che possono dare competitività al Paese senza che vi sia la necessità di ulteriori risorse. Conftrasporto ha elaborato da tempo un manifesto con proposte precise: costo del lavoro, lotta all’abusivismo e al cabotaggio, rispetto delle regole, estensione dello sportello unico doganale, proposte sul trasporto combinato collegato ai divieti di circolazione, patto per la mobilità urbana, semplificazione burocratica per chi garantisce professionalità e qualità, un sistema di tracciabilità realmente utile e senza aggravio di costi per le imprese. Tutti interventi a costo zero, ma ad alto impatto per l’attività delle imprese, che derivano dalla conoscenza diretta da parte di chi opera quotidianamente in questo settore e che i signori della politica, spesso a digiuno della materia, farebbero bene ad ascoltare. Perché l’ascolto non è un concetto astratto di partecipazione ma un fondamentale elemento di comprensione. Che il Governo sappia cosa fare è positivo, ma senza l’ascolto dei cosiddetti corpi intermedi rischia di andare a sbattere. Nessuno oggi ha interesse ad alimentare conflitti, ma se il Governo non comprende le ragioni degli operatori del trasporto siciliano (che aspetta dal 2010 il rimborso del bonus per le autostrade del mare, autorizzato e finanziato) per il semplice fatto che finora non li ha neppure ascoltati, davvero può aspettarsi qualcosa di diverso da uno sciopero? E se la protesta dovesse passare da scala regionale a scala nazionale, visti i tagli previsti dalla spending rewiew del commissario Carlo Cottarelli, come gestire questo legittimo malcontento? Con le forze dell’ordine o cercando di condividere le soluzioni con chi rappresenta il settore in modo responsabile? La funzione dei corpi intermedi è proprio quella di suggerire soluzioni al fine di trovare quelle che aiutino la competitività del Paese ed evitino tensioni che, in un modo o nell’altro, il Governo deve affrontare. E che il Paese deve subire.
Paolo Uggé