20 Aprile 2024
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Sciopero degli autisti dei camion il 29 maggio 2017

tachigrafoI sindacati confederali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno indetto uno sciopero nazionale di quattro ore nell’autotrasporto merci contro i provvedimenti che la Commissione Europea intende prendere sui tempi di guida e riposo.

Anche l’Italia inizia a mobilitarsi contro le modifiche alle regole sui tempi di guida e di riposo che la Commissione Europea presenterà ufficialmente entro la fine di maggio. I sindacati confederali hanno proclamato uno sciopero “preventivo” (perché le norme non sono ancora state formalizzate) di quattro ore per lunedì 29 maggio 2017 degli autisti dell’autotrasporto merci, con modalità che saranno decise a livello locale.
Un comunicato dei tre sindacati spiega che il fermo è stato indetto “per contrastare le misure della Commissione Europea che intendono modificare la regolazione dei tempi di guida e di riposo per i camionisti ed inoltre escludere gli stessi dall’applicazione della Direttiva sui distacchi che varrebbe solo se il periodo speso dal conducente in un dato paese supera i cinque giorni”.
Secondo quanto anticipano i sindacati, il tempo di riposo settimanale “subirebbe una riduzione passando da 45 a 24 ore, estendendo il tempo di guida con un conseguente forte impatto sull’organizzazione del lavoro, sulle normative nazionali, sui tempi di vita e lavoro e sulla sicurezza stradale”. Altrettanto grave è l’esclusione degli autisti di mezzi pesanti dall’ambito di applicazione del distacco dei lavoratori che “può favorire la legalizzazione della discriminazione sulla base della nazionalità, in termini di retribuzioni e condizioni di lavoro, può creare ulteriori distorsioni, incoraggiando le aziende ad utilizzare forza lavoro a basso reddito e può causare il ritardo nell’applicazione delle norme e infine aumentare pressione, stress e l’onere amministrativo a carico del lavoratore”.

I sindacati ritengono che le nuove norme che saranno presentate dalla Commissione Europea “sembrano avviarsi verso una normalizzazione del dumping sociale, invece di andare a contrastare il lavoro nero e la concorrenza sleale”.

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