Un ministero per il Sud? Potrebbe servire a far accelerare le infrastrutture
Allungare la filiera logistica delle merci provenienti dal sistema portuale; migliorare l’accessibilità alle aree urbane; diminuire il trasporto su gomma. Sono questi i principali obiettivi messi a fuoco dal recente convegno organizzato da Confcommercio per rilanciare la competitività del Paese e predisporlo alle nuove sfide che con le prossime aperture dei valichi alpini determineranno un importante e rilevante incremento nei traffici di merci e persone. Obiettivi condivisibili che richiedono una svolta nelle scelte in materia di politica dei trasporti: senza un disegno generale e senza sapere cosa privilegiare e come farlo risulterà infatti impossibile far imboccare all’Italia la strada della ripresa.
Una strada che non può fare a meno di ripartire dal Mezzogiorno, dove i collegamenti sono tutti da realizzare attraverso un grande piano per l’infrastrutturazione che porti a una maggiore occupazione e a uno sviluppo del sistema portuale che oggi gestisce il 60 per cento delle merci. Per realizzare questo, conditio sine qua non è pura utopia pensare a un reale rilancio dell’economia, occorre un piano ben definito e non modificabile, occorre coinvolgere gli investitori privati dando loro delle certezze sui tempi di realizzazione. Magari facendo passare il tutto attraverso un ministero per il Sud che, una volta definito un piano dei porti, possa mettere immediatamente mano a nuove connessioni ferroviarie, oggi carenti, e stradali per raggiungere i mercati interni e gli interporti. Una brusca accelerata su mare e su rotaia a fronte invece di un’altrettanto indispensabile frenata su gomma: occorre infatti puntare a limitare l’utilizzo dell’asfalto, con percorrenze massime di 500 chilometri. Senza dimenticare di collegare gli interventi secondo il principio della comodalità, in modo da collegare almeno due modalità gomma-mare e treno-mare, al fine di ricevere aiuti; e di privilegiare gli automezzi ecologicamente più avanzati e quelli che operano nel rispetto delle regole europee sui tempi di guida e di riposo. Attuando controlli che facciano rispettare le regole già esistenti si riuscirebbe a far viaggiare il trasporto su gomma rispettando i limiti imposti dalle esigenze ambientali e di una maggiore sicurezza sulle strade.
Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio