Acque agitate in casa Tirrenia: a rischio i contribuiti sulla continuità territoriale?
Tirrenia continua a navigare in acque agitate. Da un lato c’è in concreto rischio di perdere l’importante risorsa del contributo per la continuità territoriale marittima con Sicilia e Sardegna, che in concreto significa un introito di 72,68 milioni di euro da quando il Gruppo Onorato ha acquisito la compagnia marittima dallo Stato (era il 2012), dall’altro la mobilitazione dei sindacati contro la chiusura delle sedi di Catania e Napoli e, più in generale, contro il rischio di una pesante riduzione del personale se la Tirrenia perderà tutto o parte del contributo pubblico. Contro queste chiusure, il sindacato di base Usb Lavoro Privato ha organizzato uno sciopero dei lavoratori della Tirrenia il 10 febbraio, mentre quelli confederali hanno proclamato il fermo per il 13 marzo 2020.
Durante lo sciopero del 10 febbraio, la Usb ha attuato anche un presidio sotto la sede del ministero dei Trasporti e una sua delegazione è stata ricevuta dalla vice-capo di Gabinetto, Maria Teresa Di Matteo. In una nota diffusa dal sindacato si legge che la Di Matteo ha confermato che la gara per la continuità territoriale sarà prorogata oltre l’attuale scadenza del 19 luglio, senza però precisare la nuova data. I sindacalisti hanno chiesto di attivarsi per far sospendere alla compagnia la chiusura delle sedi di Catania e Napoli, almeno fino a quando riceverà il contributo pubblico.