Autotrasporto, il governo ha firmato una cambiale che scade il 31 gennaio
Avevano annunciato che avrebbero fermato l’Italia, che avrebbero invaso Roma. Se hanno tentato di farlo, nessuno se n’è accorto. Così come in pochi si sono accorti che era in corso una protesta di una minoranza dell’autotrasporto. Per un semplice motivo: perché anziché scioperare i camion viaggiavano, come documentano i dati delle società concessionarie delle autostrade. E come dimostra il fatto che i rifornimenti non sono infatti mancati. Vengono in mente le parole di Giorgio Gaber: “La rivoluzione? Oggi no. Domani? Forse. Ma dopodomani sicuramente”. Una perfetta fotografia delle “volontà rivoluzionarie” degli italiani. Questo non significa però che il malcontento non esista tra gli operatori, o che l’autotrasporto sia tranquillo. Guai se si usasse la superficialità: la “cambiale” che il Governo ha rilasciato sottoscrivendo l’accordo con le principali associazioni scade alla fine di gennaio e deve essere onorata. Se così non dovesse essere, verrebbe meno il patto concluso e tutte le federazioni non potrebbero che assumere le decisioni conseguenti. Elemento fondamentale perché tutto imbocchi la strada giusta sarà l’avvio di controlli per garantire il rispetto delle regole della sicurezza. Altrettanto determinante sarà la posizione che il Governo assumerà in sede comunitaria per porre fine alle forme di distorsioni della concorrenza dei vettori esteri, in particolare nel nord est, causata proprio dalla carenza dei controlli. E poi ci sono i gravi problemi denunciati dagli operatori residenti nelle isole che devono trovare adeguate risposte, individuando le ipotesi possibili e compatibili con le norme europee. In altre parole: gli imprenditori hanno bisogno di certezze e non di promesse utili solo a superare i momenti critici e a evitare scioperi. Alimentare aspettative e poi non dare risposte concrete sarebbe un errore madornale. E ripetere errori come quello fatto da quel sottosegretario che aveva assicurato l’intervento in sede europea per ottenere deroghe sui tempi di guida per i trasportatori siciliani sarebbe ancora peggio: confermerebbe che alla guida del Governo ci sono persone che o ignorano le normative o prendono in giro chi lavora. Politici che non avrebbero più alcuna credibilità. Come quello stesso sottosegretario, che aveva anche promesso d’inserire un rappresentante locale in un organismo ministeriale, sapendo benissimo che l’ impegno non lo poteva assolvere lui…
Paolo Uggé