19 Marzo 2024
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Cosa farà l’Alleanza internazionale dell’Autotrasporto

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Nove ministri dei Trasporti dell’Europa occidentale hanno firmato una dichiarazione per contrastare la concorrenza sleale nel trasporto stradale delle merci. Ecco gli otto provvedimenti che intendono attuare.

La riunione è stata convocata dal ministro dei Trasporti francese, Alain Vidalies, il 31 gennaio 2017 per creare un fronte comune dei Paesi colpiti dal dumping sociale degli autisti dell’autotrasporto merci attuato dagli autotrasportatori che hanno sede in Paesi con norme sociali e fiscali migliori. Vi hanno partecipato rappresentanti di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia (con la sottosegretaria Simona Vicari), Lussemburgo, Norvegia e Svezia, creando così la Road Alliance.
Il documento firmato dai nove rappresentanti prevede tre obiettivi: far convergere alcune misure destinate ad applicare la legislazione comunitaria, soprattutto quella sociale; migliorare i controlli sulla base delle singole esperienze nazionali, rafforzando anche la collaborazione contro le frodi alle norme sociali, alla sicurezza e alle pratiche abusive; definire posizioni comuni nella politica europea sul cabotaggio stradale, tempi di guida e di riposo, controlli e professionalità degli autisti.
Per attuare questa strategia, il documento prevede otto provvedimenti che rappresentano la piattaforma dell’Alleanza. La prima misura riguarda il diritto degli autisti a un equilibrio tra vita professionale e vita privata. In concreto significa proibire il riposo settimanale nel camion (come ha già fatto la Francia) o sanzionare le aziende di autotrasporto che non attivato un’organizzazione del lavoro adatta a rispettare le regole. Un altro provvedimento in tal senso è una norma comunitaria che stabilisca che l’autista debba essere pagato in base al suo effettivo tempo di lavoro e non a forfait.
La seconda misura vuole contrastare il fenomeno dei veicoli leggeri (fino a 3,5 tonnellate) usati nel trasporto internazionale e nel cabotaggio stradale, che sta aumentando per evitare l’obbligo del cronotachigrafo, della formazione degli autisti e delle autorizzazioni internazionali. In questo caso, sarebbe necessaria una specifica normativa comunitaria.
La terza misura è favorire la l’adozione di lettere di vettura (CMR) digitali, il cosiddetto e-CMR. Si tratta di adottare, per chi non lo fa, il contratto di trasporto internazionale definito nel 1956 dall’Onu applicandolo con le nuove tecnologie. In questo caso, si coniugherebbe un aumento della produttività delle aziende, tramite la digitalizzazione, con il miglioramento dell’efficacia dei controlli sul trasporto. Oggi, non tutti gli Stati dell’UE hanno ratificato il protocollo addizionale su e-CMR.
La quarta misura riguarda lo scambio delle informazioni dei vari organi di controllo degli Stati aderenti all’Alleanza, prime tra tutte quelle sulle infrazioni stradali e quelle che definiscono il fattore di rischio delle imprese di autotrasporto, uno strumento che secondo il documento è oggi ancora sotto-utilizzato.
La quinta misura riguarda il cabotaggio stradale, con scambio d’informazioni e aumento dei controlli. Il documento ritiene che la qualità e la quantità delle informazioni su quest’attività siano oggi insufficienti, quindi è necessario attuare nuovi sistemi per rilevare ed elaborare i dati, così da creare una base per affrontare una politica comune. Inoltre, aiuterebbe i controlli, per esempio aumentandoli sulle imprese che mostrano maggiori infrazioni.
La sesta misura riguarda lo scambio delle esperienze sui controlli stradali, basandosi anche su organismi internazionali già esistenti, come la rete delle Polizie Stradali Tispol o il sistema europeo di controllo stradale ECR. Quest’ultimo sta diventando un raggruppamento di cooperazione territoriale, così da migliorare lo scambio delle informazioni tra Stati e l’avvio di operazioni di controllo comuni. In tale ambito nascerà una piattaforma europea contro il lavoro nero, che sarà utile anche per l’autotrasporto.
La settima misura prevede il rafforzamento degli scambi internazionali per un controllo rinforzato sull’applicazione delle regole relative all’autotrasporto, soprattutto per quanto riguarda frodi sofisticate come quelle al cronotachigrafo e quelle societarie. In questi casi, la collaborazione tra i vari organi di controllo è un elemento fondamentale per un contrasto rapido ed efficace soprattutto alla costituzione di società fantasma che immatricolano veicoli in un Paese a fiscalità agevolata per poi usarli in altri Paesi.
L’ottava misura riguarda una posizione comune dei nove Paesi nell’ambito del Forum Internazionale dei Trasporti per promuovere l’armonizzazione sociale e contrastare dal punto di vista normativo il dumping sociale. Questo è anche l’ambito in cui si decidono eventuali liberalizzazioni, compresa quella del cabotaggio stradale.

Tratto da: http://www.trasportoeuropa.it/index.php/home/archvio/9-autotrasporto/15922-cosa-fara-lalleanza-internazionale-dellautotrasporto-

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